COSI' MI NUTRE LO SPIRITO

SCRIVENDO FAVOLE, POESIE E ANIMANDO BURATTINI

C'era una volta...



SAHBEN E IL CAROVANIERE

 

"Un carovaniere del deserto, nell'accingersi ad intraprendere l'ennesimo viaggio attraverso il Sahara, decise di unire alla carovana anche degli asini con lo scopo di verificare la loro capacità di trasportare pesi rispetto a quella dei dromedari.

Caricò questi con due sacchi a testa e gli asini con tre. Giunti che furono all'oasi e constatato che sia gli uni che gli altri avevano ben sopportato i pesi, decise per il viaggio successivo di caricare i dromedari con tre sacchi e gli asini con quattro. Anche questa volta sia gli uni che gli altri sopportarono i pesi. Il carovaniere aumentò più volte il carico sino a quando Sahben, il ragazzo che era addetto ad accudire gli animali, sgomento di fronte a quella montagna di sacchi che gravavano sulle spalle dei suoi amici, implorò il carovaniere di desistere dal suo esperimento; non ottenendo risposta, cercò di alleviare le pene di quelle povere bestie riducendo di nascosto il loro carico. Il carovaniere lo colse sul fatto e, adirato, lo punì cacciandolo. Accecato dall'ira non aveva però considerato che nessun altro ragazzo avrebbe preso il posto di Sahben nel prendersi cura dei dromedari e degli asini e fu così che si dimenticò di dare loro da bere e da mangiare sino a quando all'alba del decimo giorno li trovò tutti morti.

Quando Sahben seppe dell'accaduto non gioì per la punizione che lo stolto carovaniere si era meritata ma soffrì per la morte dei suoi amici. Per molto tempo fu afflitto interrogandosi se meglio non avrebbe fatto seguitando a stare al fianco dei dromedari e degli asini per alleviare il loro destino piuttosto che mettere il carovaniere nella condizione di cacciarlo lasciando i suoi amici abbandonati a se stessi.

Angosciato dal dubbio, decise di chiedere aiuto al saggio della grotta che, dopo un lungo cammino nel deserto, raggiunse notte tempo illuminato dalla fioca luce di una torcia. Entrò nella caverna ed un vecchio canuto, accovacciato immobile di fronte ad un fuoco, gli parlò ancor prima che Sahben potesse aprire bocca: "Non domandarti cosa avresti dovuto fare ma perché lo hai fatto: questo è ciò che conta. I tuoi amici rivivranno e quale premio per la loro sofferenza saranno farfalle e libellule. Il tuo destino non sarebbe stato diverso se non avessi cercato di alleviare le loro sofferenze riducendo i loro pesi perché comunque li avresti aiutati accudendoli e stando loro vicino. Il loro destino non è il tuo, il tuo non è il loro."

Rasserenato dalle parole del saggio, Sahben si addormentò ed al mattino riprese il cammino per ritornare dal carovaniere e chiederli scusa. Perdonato, riprese il suo posto. Per millenni accudì un numero inimmaginabile di dromedari ed asini giacchè visse tutte le sue vite sempre come stalliere. Nel corso delle tante sue esistenze mai più abbandonò chi aveva bisogno del suo aiuto, fece sempre e solo ciò potè, divenne tanto umile da meritare alla fine il premio di Allah. Un giorno non ritornò più a soffrire sulla Terra.

 

 

F I N E


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